Page 17 - Poemii italici
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Fui io che prima, per un tuo gran male,
ti dissi, St! ascolta!... Una soave
nenia sonava presso il tuo guanciale.
E tu la udisti, e ti chetavi, attento
attento, di sulla tua lieve nave
che uguale uguale dondolava al vento...
Io, che così, con una piuma, il viso
ti vellicai, che tu torcesti alquanto
le labbra, e nacque il primo tuo sorriso!
Io, che picchiando sulla sponda un giglio,
battevo il tempo, e tu movesti al canto
la bocca, e nacque il tuo primo bisbiglio!
Io, che girai, per darti gioia, il talco
d’una stellina, che agitai gli squilli
d’un sistro, onde stridivi come un falco
di nido; e quando, solo, in mano a Dio,
restavi, a sera, in casa, coi gingilli
tuoi, bono bono, era che c’ero anch’io!”
II
Lagrime salse le piovean dagli occhi.
Piangea la povera anima, una mano
sul tenue seno e l’altra sui ginocchi.
“Oh! la tua buona Parvola, che chiudi
sola, laggiù, nel carcere lontano,
pieno di spettri e di fantasmi nudi!
E mi spaura, chiusa in fondo anch’ella
come son chiusa io così pura e saggia,
fragrante ancora dell’odor di stella,
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