Page 19 - Poemii italici
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Ero con te. Battevo lieve l’ale
                                assecondando quell’ansar concorde

                                 e quello squillo de’ martelli uguale.



                                 Toccavo un poco l’arpa tra il lavoro
                               sonante, e il suono tu delle mie corde

                                      udivi sotto il muto gesto loro.



                           Io nel gran bosco ch’urla al nembo ignoto,
                                 fo che tu senta il canto d’un uccello

                           che gonfia il collo ed apre il becco a vuoto.



                            Io fo che in mezzo ad un crosciar di frane
                                     e di valanghe, là, d’un paesello

                                  soavi e piane oda le tre campane.



                                 Io per te colgo il suono d’ogni cosa.
                                 Su tutte io picchio le mie tenui dita,

                                     stelle del cielo o petali di rosa.



                              Di tutte io sento il dolce flutto occulto,
                                        il cadenzato palpito di vita,

                               la gioia e il pianto, il riso ed il singulto.



                                 E tu mi scacci! E chiudi me che volo!
                              che senza me, per te sarebbe il mondo

                                tutto silenzio! un grande fragor solo!



                                Ma, non so come, tutto quel fragore
                                    interminabile, io te lo nascondo

                            dietro il ronzio d’un’ape attorno un fiore”.



                           Parlava; e l’altro udiva in sogno; anch’esso,
                               il clavicembalo; e fremea sommesso.














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