Page 64 - Poemi conviviali
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tre quattro strappi fece nella vela;
                                            e il Laertiade ammainò la vela,
                                            e disse a tutti di gettarsi ai remi;
                                            ed essi curvi sopra sé di forza
                                            remigavano. E nove dì sbalzati
                                            eran dai flutti e da funesti venti.
                                            Infine i venti rappaciati e i flutti,
                                            sul far di sera, videro una spiaggia.
                                            A quella spinse il vecchio Eroe la nave,
                                            in un seno tranquillo come un letto.
                                            E domati da sonno e da stanchezza,
                                            dormian sul lido, ove batteva l'onda.
                                               Ma non dormiva egli, Odisseo, pur vinto
                                            dalla stanchezza. Ché pensava in cuore
                                            d'essere giunto all'isola di Circe:
                                            vedea la casa di pulite pietre,
                                            come in un sogno, e sorgere leoni
                                            lenti, e le rosse bocche allo sbadiglio
                                            aprire, e un poco già scodinzolare;
                                            e risonava il grande atrio del canto
                                            di tessitrice. Ora Odisseo parlava:
                                               Terpiade Femio, dormi? Odimi: il sogno
                                            dolce e dimenticato ecco io risogno!
                                            Era l'amore; ch'ora mi sommuove,
                                            come procella omai finita, il cuore.
                                               Diceva; e nella notte alta e serena
                                            dormiva il vento, e vi sorgea la falce,
                                            su macchie e selve, della bianca luna
                                            già presso al fine, e s'effondea l'olezzo
                                            di grandi aperti calici di fiori
                                            non mai veduti. Ed il gran mare ancora
                                            si ricordava, e con le lunghe ondate
                                            bianche di schiuma singhiozzava al lido.



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