Page 61 - Poemi conviviali
P. 61

È nera sopra, ed il suo petto è bianco.
                                            È venuta da uno che può tanto.
                                            Oh! apriti da te, uscio di casa,
                                            ch'entri costì la pace e l'abbondanza,
                                            e il vino dentro il doglio da sé vada
                                            e il pane d'orzo empia da sé la madia.
                                            Uno anc'a noi, col sesamo, puoi darne!
                                            Presto, ché non siam qui per albergare.
                                            Apri, ché sto su l'uscio a piedi nudi!
                                            Apri, ché non siam vecchi ma fanciulli! -



                                                            XIV

                                                        IL PITOCCO

                                               Cantavano; e il lor canto era fanciullo,
                                            dei tempi andati; non sapean che quello.
                                               E nella stiva in cui giaceva immerso
                                            nel dolce sonno, si stirò le braccia
                                            e si sfregò le palpebre coi pugni
                                            Iro, il pitocco. E niuno lo sapeva
                                            laggiù, qual grosso baco che si chiude
                                            in un irsuto bozzolo lanoso,
                                            forse a dormire. Ché solea nel verno
                                            lì nella nave d'Odisseo dormire,
                                            se lo cacciava dalla calda stalla
                                            l'uomo bifolco, o s'ei temeva i cani
                                            del pecoraio. Nella buona estate
                                            dormia sotto le stelle alla rugiada.
                                            Ora quivi obliava la vecchiaia trista
                                            e la fame; quando il suono e il canto
                                            lo destò. Dentro gli ondeggiava il cuore:
                                               Non odo il suono della cetra arguta?

                                                             61
   56   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66