Page 51 - Poemi conviviali
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che fuor del mare gli dovea soave
                                            giungere; e sì, nel decimo, su l'alba,
                                            giunsero a lui le rondini, dal mare.
                                            Egli dormia sul letto traforato
                                            cui sosteneva un ceppo d'oleastro
                                            barbato a terra; e marinai sognava
                                            parlare sparsi per il mare azzurro.
                                            E si destò con nell'orecchio infuso
                                            quel vocìo fioco; ed ascoltò seduto:
                                            erano rondini, e sonava intorno
                                            l'umbratile atrio per il lor sussurro.
                                            E si gittò sugli Omeri le pelli
                                            caprine, ai piedi si legò le dure
                                            uose bovine: e su la testa il lupo
                                            facea nell'ombra biancheggiar le zanne.
                                            E piano uscì dal talamo, non forse
                                            udisse il lieve cigolio la moglie;
                                            ma lei teneva un sonno alto, divino,
                                            molto soave, simile alla morte.
                                               E il timone staccò dal focolare,
                                            affumicato, e prese una bipenne.
                                               Ma non moveva il molto accorto al mare,
                                            subito, sì per colli irti di quercie,
                                            per un vïotterello aspro, e mortali
                                            trovò ben pochi per la via deserta;
                                            e disse a un mandriano segaligno,
                                            che per un pioppo secco era la scure;
                                            e disse ad una riccioluta ancella,
                                            che per uno stabbiolo era il timone:
                                            così parlava il tessitor d'inganni,
                                            e non senz'ali era la sua parola.
                                            E poi soletto deviò volgendo
                                            l'astuto viso al fresco alito salso.



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