Page 47 - Poemi conviviali
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frustò, ma fece divampar più forte.
                                            E i popoli felici erano intorno,
                                            che il figlio, nato lungi alle battaglie,
                                            savio reggeva in abbondevol pace.
                                            Crescean nel chiuso del fedel porcaio
                                            floridi i verri dalle bianche zanne,
                                            e nei ristretti pascoli più tanti
                                            erano i bovi dalle larghe fronti,
                                            e tante più dal Nerito le capre
                                            pendean strappando irsuti pruni e stipe,
                                            e molto sotto il tetto alto giaceva
                                            oro, bronzo, olezzante olio d'oliva.
                                            Ma raro nella casa era il convito,
                                            né più sonava l'ilare tumulto
                                            per il grande atrio umbratile; ché il vecchio
                                            più non bramava terghi di giovenco,
                                            né coscie gonfie d'adipe, di verro;
                                            amava, invano, la fioril vivanda,
                                            il dolce loto, cui chi mangia, è pago,
                                            né altro chiede che brucar del loto.
                                            Così le soglie dell'eccelsa casa
                                            or d'Odissèo dimenticò l'aedo
                                            dai molti canti, e il lacero pitocco,
                                            che l'un corrompe e l'altro orna il convito.
                                            E il Laertiade ora vivea solingo
                                            fuori del mare, come il vecchio remo
                                            scabro di salsa gromma, che piantato
                                            lungi avea dalle salse aure nel suolo,
                                            e strettolo, ala, tra le glebe gravi.
                                            E il grigio capo dell'Eroe tremava,
                                            avanti al mormorare della fiamma,
                                            come là, nella valle solitaria,
                                            quel remo al soffio della tramontana.



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