Page 43 - Poemi conviviali
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venir con me fischiando ai buoi lontano,
                                            e l'auree rote lievi sbalzar sulla
                                            tremola ghiaia della strada azzurra.
                                            Né sempre l'ali noi tra cielo e cielo
                                            battiamo: spesso noi prendiamo il vento:
                                            a mezzo un ringhio acuto, per le froge
                                            larghe prendiamo il vano vento folle,
                                            che ci conduca, e con la forte mano
                                            le briglie io reggo per frenarlo al passo.
                                            Ma un dio ce n'odia, come voi la terra
                                            odia, che voi sostenta sì, ma spezza.
                                            Ch'ha tutto un fine. Or tu fa che un torello
                                            dal re mi venga, ed un agnello e un verro;
                                            che qui ne onori quell'ignoto iddio.
                                               E l'altro ancora rispondea stupito:
                                            L'ignoto è grande, e grande più, se dio.
                                            Or vieni al re, che raddolcito ha il cuore
                                            oggi, che il grano gli avanzò le corbe.
                                               Così l'eroe divino in una forra
                                            selvosa il remo suo piantò, la lieve
                                            ala incrostata dalla salsa gromma.
                                            Al dio sdegnato per il suo Ciclope,
                                            egli uccise un torello ed un agnello
                                            e terzo un verro montator di scrofe;
                                            e poi discese, e insieme a lui più lune
                                            vennero, e l'una dopo l'altra ognuna
                                            sé, girando tra roccie aspre, consunse.
                                            L'ultima, piena tremolò sul mare
                                            riscintillante, e su la bianca sabbia,
                                            piccola e nera gli mostrò la nave,
                                            e i suoi compagni, ch'attendean guardando
                                            a monte, muti. Ed ei salpò. Sbalzare
                                            vide ancora le rote auree del Carro



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