Page 138 - Poemi conviviali
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III


                                            Oh! più felice, quanto più cammino
                                            m'era d'innanzi; quanto più cimenti,
                                            quanto più dubbi, quanto più destino!


                                            Ad Isso, quando divampava ai vènti
                                            notturno il campo, con le mille schiere,
                                            e i carri oscuri e gl'infiniti armenti.


                                            A Pella! quando nelle lunghe sere
                                            inseguivamo, o mio Capo di toro,
                                            il sole; il sole che tra selve nere,

                                            sempre più lungi, ardea come un tesoro.


                                                             IV


                                            Figlio d'Amynta! io non sapea di meta
                                            allor che mossi. Un nomo di tra le are
                                            intonava Timotheo, l'auleta:


                                            soffio possente d'un fatale andare,
                                            oltre la morte; e m'è nel cuor, presente
                                            come in conchiglia murmure di mare.


                                            O squillo acuto, o spirito possente,
                                            che passi in alto e gridi, che ti segua!
                                            ma questo è il Fine, è l'Oceano, il Niente...


                                            e il canto passa ed oltre noi dilegua. -




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