Page 142 - Poemi conviviali
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GOG E MAGOG



                                                             I


                                            A mandre, come gli asini selvaggi,
                                            in vano andava e ritornava in vano
                                            Gog e Magog coi neri carriaggi;

                                            e la montagna li vedea nel piano
                                            errare, udiva di tra le tormente
                                            di quelle fruste lo schioccar lontano;

                                            ed un bramir giungeva, della gente
                                            di Mong, come umile abbaiar di iene,
                                            all'inconcussa Porta d'occidente.



                                                             II

                                            Ché tra due monti grande era, di rosso
                                            bronzo, una porta; grande sì, che l'ombra
                                            ne trascorreva all'ora del tramonto

                                            mezza la valle. Il figlio dell'Ammone
                                            la incardinò per chiudere gl'immondi
                                            popoli, e i neri branchi di bisonti:

                                            la sprangò, chiuse. Ma ristette al sommo
                                            dei monti: un chiaro strepere di trombe
                                            giungea dalle Mammelle d'Aquilone.




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