Page 136 - Poemi conviviali
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d'isola dia, facemmo
                                                     chiara coi canti
                                                  nostri, noi coro adorno
                                                     di settanta ghirlande:

                                                  ed or la musa indigena
                                                  suscita il dolce strepito
                                                     di tibie lyde
                                                  per onorar d'un inno
                                                     il tuo figlio, o Panthide!


                                               Udì Panthide, e il cuor batté più forte
                                            contro la manna delle sue cicute.
                                            Ora poteva sciogliere la vita
                                            felicemente, come alcuno un fascio
                                            d'erbe e di fiori che nel giorno colse,
                                            sfa, su la sera, che ne fa ghirlanda,
                                            tornato a casa. Ché dei cinque figli
                                            niuno lasciava senza lode in terra.
                                            Gli avea ben fatto il Sole, e dalle Grazie
                                            avea sortito ciò che all'uomo è meglio.
                                            Ammirato dagli uomini mortali
                                            tornava a casa, per pestare, il saggio
                                            medico, l'erbe nel mortaio di bronzo.
                                            E la notte era dolce, aurea; tranquillo
                                            era il suo cuore. Ché il Panthide nuovo
                                            s'era acquetato sul materno petto,
                                            e il forte Argeo, stanco di mare e gioia,
                                            dormiva, già sognando altre corone.
                                            Buona, la sorte! buona! Ché concesso
                                            non gli era mica di salire al cielo!








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