Page 133 - Poemi conviviali
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Ronzavano api e scarabei de' fiori.
                                            E Lachon giunse al prònao d'Apollo,
                                            alla Scuola del coro. Era già sera,
                                            una sera odorosa; ed il suo nome
                                            udì gridare a voci di fanciulli.
                                            Eran fanciulli che, in lor giochi, un inno
                                            volean cantare a mo' dei grandi, un inno
                                            vecchio, che ognuno aveva, in Ceo, nel cuore.
                                            Presto un impube corifeo la schiera
                                            ebbe ordinata, e già da destra il coro
                                            movea cantando per la via del sole,
                                            verso la sera, con gridìo d'uccelli.


                                                  Pubertà,
                                                  fonte segreto che spiccia
                                                     senza un tremito e un gorgoglio,
                                                  ma che di tenero musco
                                                     veste insensibilmente lo scoglio:
                                                  a te dia Lachon l'erba del leone,
                                                  l'appio verde del bosco Nemèo.

                                               Conobbe l'inno, il primo inno cantato
                                            a lui quand'era il suo destino in boccia
                                            tuttora, quanti anni passati? Tanti!
                                            E da sinistra volsero i fanciulli,
                                            come i notturni aurei pianeti, a destra.


                                                  Nulla sta!
                                                  Tutto nel mondo si muove,
                                                     corre, o giovinetto atleta,
                                                  come nell'inclito stadio
                                                     tu col piede di vento alla meta:
                                                  di che la prima delle tue corone
                                                  tu riporti all'Euxantide Ceo.



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