Page 127 - Poemi conviviali
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I VECCHI DI CEO



                                                             I


                                                        I DUE ATLETI

                                               Nella rocciosa Euxantide, sul monte
                                            tra la splendida Iulide e l'antica
                                            sacra Carthaia, cauto errava in cerca
                                            non so se d'erbe contro un male insonne
                                            o di fiori per florido banchetto,
                                            Panthide atleta: atleta già, ma ora
                                            medico, di salubri erbe ministro.
                                            E coglieva, più certo, erbe salubri,
                                            ché il capo bianco non chiedea più fiori.
                                            Partito già da Iulide pietrosa
                                            era su l'alba. Or l'affocava il sole;
                                            sì che saliva al vertice del monte
                                            folto di quercie nel cui mezzo è l'ara
                                            del Dio che manda all'arsa Ceo le pioggie
                                            tra un bombir lieto. E giunse tra le quercie
                                            sul ventilato vertice. E gli occorse
                                            uno ascendente per la balza opposta.
                                            E riconobbe un vecchio ospite, atleta
                                            anch'esso: Lachon, che vedeasi in casa
                                            molte corone, il secco appio dell'Istmo,
                                            il Nemèo verde, non ormai già verde,
                                            e l'alloro e l'olivo: altri germogli
                                            no; non di cari figli altra corona.
                                            Ché solo egli era. E per la via selvaggia
                                            coglieva anch'esso erbe salubri o fiori,
                                            per morbo insonne o florido convito:

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