Page 125 - Poemi conviviali
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Non ho sentito altro ronzio, che d'api.
Non ha vicine altre compagne care!
Non ha quei fiori per il suo mangiare!
Vieni tu, madre; ella ritornerà!»
«O figlio! O figlio! T'ha deluso un Dio!
Il fior che dissi è il fiore dell'oblio.
E tu non vieni dal fiorito prato
ch'è più lontano del cielo stellato!
A chi ci va, gli è presso, come l'orto;
ma chi ne torna, anche se arriva smorto
a dove dormì, è tuttavia di là!»
Ma il giovinetto le afferrò la mano,
e disse: «O Vieni, se non è lontano!»
E, giunti al prato, si chinò sul fonte,
e la sorella venne su dal fonte.
Ah! ma nel fonte presso il suo sorriso
c'era la madre col suo mesto viso!
«O madre! O madre! Ecco che lei s'attrista
dacché nel grave tuo dolor t'ha vista!»
«O figlio! O figlio! Io sono lì pur quella!
Non hai due madri! E non hai più sorella!»
E turbò l'acqua. E madre e figlia sparve
oscuramente, qua e là, nel gorgo;
fin che, ondeggiando, tremuli, a fior d'acqua
vennero ancora figlio e madre in pianto.
Ed egli allora oh! sì, capì. Ma venne
per molti giorni al tralucente lago,
a rivedere in sé la sua sorella
che in lui viveva; ed esso in lei moriva.
Ed era il tempo che il nostro dolore
cadea qual seme, e ne nasceva un fiore:
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