Page 124 - Poemi conviviali
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Il giovinetto si chinò sul fonte,
e la fanciulla apparve su dal fonte.
Egli era mesto, ed era, anch'ella, mesta.
Ma le sorrise, ed ella gli sorrise.
Aprì la bocca per chiamarla a nome;
subito anch'ella aprì la bocca a un nome.
Ed egli chiese, chi l'avea rapita,
se lieta le era la solinga vita;
ed ella presto rispondea, ma troppo,
ch'ella parlava mentre egli parlava.
Ed egli tacque, ed ella tacque: allora
egli riprese, ma riprese anch'ella.
E il giovinetto non intese, e pianse.
E la fanciulla si confuse, e pianse.
Ora una voce chiamò lui: la voce
della sua madre che l'avea smarrito.
«Ci chiama. Vieni con il tuo gemello
dalla tua madre. C'è, con lei, più bello!»
Ella rispose; ma fondea nell'ansia
le sue parole con le sue parole.
«Qui non c'è fiori per il tuo digiuno!
Tu sei nel prato ove non c'è nessuno!»
La madre ancora lo chiamò. Le labbra
chinò... che freddo in quelle dolci labbra!
Le diede un bacio sussurrando, Addio!
ed un gorgoglio udì nell'acqua: Addio!
E il giovinetto s'alzò su dal fonte,
e la fanciulla sparve giù nel fonte.
«O madre! O madre! È dove tu m'hai detto!
Ma ella è sola, nel fonte soletto.
Non ho veduto altro che il suo, di capi.
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