Page 117 - Poemi conviviali
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Egli diceva: «È per voi scianto ancora?
                                            Ieri da Delo ritornò la nave
                                            sacra, e le feste sono ormai finite.
                                            Non è più tempo di legar col refe
                                            gli scarabei! Non più, di fare a mosca
                                            di bronzo!» Un poco più lontano il branco
                                            trasse, in silenzio. Poi gridarono: «Ohe?
                                            che parli tu di scarabei, di mosche?
                                            È una civetta.» In vero una civetta
                                            tutta arruffata era nel pugno a Gryllo
                                            figlio di Gryllo facitor di scudi,
                                            ch'era il più grande. Ma l'avea pocanzi
                                            in un crepaccio Hyllo predata, il figlio
                                            d'Hyllo vasaio, ch'era il più piccino.
                                            In un crepaccio della bigia rupe,
                                            sotto un cespuglio di parïetaria,
                                            vide due rilucenti Hyllo stateri
                                            d'oro, nell'ombra, e s'appressò; ma l'oro
                                            non c'era più: poi li rivide i due
                                            fissi e tondi nell'ombra occhi d'uccello.
                                            Una civetta della Dea di Atene
                                            immobilmente riguardava il figlio
                                            d'Hyllo vasaio; che con le due mani
                                            all'improvviso l'abbrancò su l'ali,
                                            e la portava. E Coccalo sorvenne
                                            che gliela prese; a Coccalo la prese
                                            Cottalo; e Gryllo a lui la vinse: allora
                                            Cottalo pianse, Coccalo sorrise,
                                            e il piccolino frignò dietro il grande.


                                               Ma Gryllo avvinse con un laccio un piede
                                            della civetta, e la facea sbalzare
                                            e svolazzare al caldo sole estivo.



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