Page 42 - Lo scarabeo d'oro
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dubitai piú per un solo istante che fosse stato il calore a
           causare l’apparizione del teschio sulla pergamena. Sape-
           te bene che esistono e sono sempre esistite preparazioni
           chimiche per mezzo delle quali si può scrivere sulla car-
           ta o sulla pergamena in modo che i caratteri non risulti-
           no visibili se non quando vengono sottoposti all’azione
           del fuoco. Spesso si adopera il turchino di smalto di-
           sciolto in acquaragia e diluito in quattro volte il suo
           peso d’acqua pura: ne risulta una tinta verde. Il regolo di
           cobalto, sciolto nello spirito di nitro, dà un rosso. Questi
           colori spariscono non appena, dopo un intervallo di tem-
           po piú o meno lungo, la sostanza sulla quale si è con
           essi scritto si raffredda, ma ricompariscono riesponendo
           la carta al calore.
              «Esaminai   allora   con   cura   il   teschio.   Il   contorno

           esterno – e cioè quello piú prossimo all’orlo della perga-
           mena – era molto piú distinto dell’altro. Appariva chia-
           ramente che l’azione del calore era stata imperfetta o
           ineguale. Accesi immediatamente il fuoco e sottoposi
           ogni parte della pergamena a un calore ardente. Sulle
           prime il solo risultato fu di rinforzare le tenui linee del
           teschio; ma perseverando nell’esperimento, sull’angolo
           della striscia diagonalmente opposta al punto nel quale
           era tracciato il teschio, divenne visibile una figura che
           alla prima supposi essere quella di una capra. Ma un piú
           attento esame mi convinse che si era voluto fare un ca-
           pretto.»
              — Ah! Ah! — dissi io — non ho certo il diritto di
           beffarmi di voi; un milione e mezzo di denaro è cosa


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