Page 36 - Lo scarabeo d'oro
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ro, adorna di foglie di vite e di baccanti finemente cesel-
late; due else di spada squisitamente lavorate e una
quantità d’altri oggetti piú piccoli che ora non mi ven-
gono in mente. Il peso degli oggetti superava trecento-
cinquanta libbre; e in questa stima ho omesso centono-
vantasette orologi d’oro, tre dei quali valevano certo
cinquecento dollari l’uno. Parecchi erano molto vecchi e
di nessun valore, come orologi, avendo i meccanismi
sofferto per l’azione corrosiva della terra; tutti però era-
no riccamente adorni di pietre e le casse erano di gran
pregio. Quella notte valutammo il tutto a un milione e
mezzo di dollari; e quando piú tardi vendemmo i gioielli
e le gemme (ritenendone alcuni per nostro uso persona-
le) trovammo di esserci tenuti molto al disotto del vero.
Terminato il nostro inventario e rimessici alquanto
dalla intensa eccitazione, in cui versavamo, Legrand, ac-
corgendosi che morivo dalla voglia di conoscere la spie-
gazione di quel prodigioso enimma, mi fece un detta-
gliato racconto di tutte le circostanze che vi si riferiva-
no.
— Vi ricordate — mi disse — la sera in cui vi mostrai
lo schizzo che avevo fatto dello scarabeo? Ricorderete
pure che rimasi piuttosto seccato per la vostra insistenza
nel sostenere che il mio disegno somigliava a una testa
di morto. La prima volta che faceste quell’asserzione,
credevo che scherzaste, ma poi ricordai le strane mac-
chie sul dorso dell’insetto e riconobbi fra me e me che
la vostra osservazione aveva un certo fondamento di ve-
rità. Pure il vostro sarcasmo a riguardo della mia capaci-
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