Page 32 - Lo scarabeo d'oro
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di un capriccio o di voglia di ruzzare; ma questa volta
           aveva un tono grave e risentito. Essendosi Jupiter prova-
           to nuovamente a chiudergli la bocca, esso gli oppose
           una resistenza furiosa, e saltando dentro alla fossa, prese
           a grattar freneticamente la terra con le unghie. In pochi
           secondi aveva scoperto un mucchio d’ossa umane che
           formavano due scheletri completi, in mezzo ai quali si
           trovarono diversi bottoni di metallo e qualche cosa che
           ci parve essere polvere di vecchia lana putrefatta. Uno o
           due colpi di vanga fecero saltar fuori la lama di un gros-
           so coltello spagnolo; e scavato piú a fondo tre o quattro
           monete d’oro e d’argento vennero alla luce.
              La gioia di Jupiter, a quella vista, poteva appena esse-
           re contenuta; ma la fisionomia del suo padrone prese
           l’espressione di estremo disinganno. Ci pregò tuttavia di

           continuare i nostri sforzi, e non aveva finito di parlare
           che io traballai e caddi bocconi; la punta del mio piede
           era stata presa in un grosso anello di ferro che giaceva
           sepolto a metà nella terra smossa.
              Allora sí che lavorammo sul serio; non ho mai passa-
           to in vita mia dieci minuti di cosí viva esaltazione. In
           questo spazio di tempo, mettemmo allo scoperto una
           cassa di legno, di forma oblunga che, a giudicar dalla
           sua perfetta conservazione e dalla sua meravigliosa du-
           rezza, aveva dovuto evidentemente subire qualche pro-
           cesso di mineralizzazione, forse quella del bicloruro di
           mercurio.
              Questa cassa era lunga tre piedi e mezzo, larga tre e
           profonda due e mezzo. Era solidamente fasciata di lami-


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