Page 28 - Lo scarabeo d'oro
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in qualunque circostanza, si fosse reso necessario intra-
prendere una lotta personale col suo padrone. Non dubi-
tavo che Legrand non fosse stato contagiato da una delle
innumerevoli superstizioni che si hanno nel sud a propo-
sito di tesori nascosti: e che tale idea avesse trovato con-
ferma nella scoperta dello scarabeo, o forse anche nella
ostinazione di Jupiter a sostenere che si trattava d’uno
scarabeo d’oro vero. Una mente propensa alla follia po-
teva facilmente lasciarsi dominare da simili suggestioni,
specialmente se andavano d’accordo con altre proprie
idee preconcette; poi mi ricordai il discorso del povero
giovane sullo scarabeo, «inizio della sua fortuna». In
conclusione ero crudelmente tormentato e imbarazzato;
ma risolvetti di far di necessità virtú e mi misi a scavare
di lena e cosí convincere il visionario, con una dimostra-
zione oculare, della inanità delle sue illusioni.
Accendemmo le lanterne e ci mettemmo al lavoro con
uno zelo degno di miglior causa; alla debole luce che ri-
schiarava noi e i nostri utensili, non potevo rattenermi
dal pensare che formavamo un gruppo assai pittoresco e
che il nostro lavoro sarebbe parso assai strano e sospetto
a chi per caso fosse passato di là.
Faticammo per due ore buone. Scambiammo ben po-
che parole fra di noi e il nostro imbarazzo principale era
cagionato dall’abbaiare del cane che prendeva troppo
interesse al nostro lavoro. Quell’abbaiare alla fine di-
ventò talmente turbolento che tememmo di dare l’allar-
me a qualche sbandato dei dintorni. Era Legrand, a dire
il vero, che lo temeva; per conto mio, io sarei stato feli-
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