Page 24 - Lo scarabeo d'oro
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to da alienazione mentale, e cominciai a preoccuparmi
           seriamente sul da farsi per ricondurlo a casa. Mentre sta-
           vo pensando a quel che sarebbe stato meglio fare, la
           voce di Jupiter si fece sentire un’altra volta.
              — Ho paura di spingermi troppo su questo ramo; è
           secco per quasi tutta la sua lunghezza.
              — Hai detto proprio che è un ramo secco, Jupiter? —
           gridò Legrand con la voce tremante.
              — Sí, secco come un chiodo, non c’è dubbio possibi-
           le: morto, partito...
              — In nome di Dio, che cosa debbo fare? — chiese
           Legrand che pareva in preda alla disperazione.
              — Che fare? — risposi, prendendo l’occasione di
           metterci una parola. — Tornare a casa e andare a letto.
           Via da bravo, venite! Si fa tardi, e poi ricordatevi della

           vostra promessa.
              — Jupiter, — gridò il mio amico senza darmi retta —
           mi senti?
              — Sí, massa Will, vi sento perfettamente.
              — Prova il legno col tuo coltello e dimmi se ti pare
           molto putrefatto.
              — Putrefatto, massa, molto putrefatto, — rispose il
           negro dopo qualche momento — non tanto però quanto
           potrebbe esserlo. Potrei avanzare ancora un poco sul
           ramo... ma solo.
              — Solo! che cosa vuoi dire?
              — Voglio dire lo scarabeo. Lo scarabeo è molto pe-
           sante. Mettiamo che lo lasciassi cascar prima, il ramo
           non si spezza di certo col peso di un povero negro.


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