Page 19 - Lo scarabeo d'oro
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— Senza dubbio.
              — E allora, Legrand, mi è impossibile di prender par-
           te a un’impresa cosí assurda.
              — Me ne dispiace, me ne dispiace molto... perché bi-
           sognerà provare da noi soli.
              — Da soli! È impazzito di certo!... Ma vediamo...
           quanto tempo vi proponete di star via?
              — Probabilmente tutta la notte. Partiamo subito e in
           ogni modo saremo di ritorno al levar del sole.
              — E mi promettete sul vostro onore che, appagato
           questo   capriccio   e   sistemato   a   vostra   soddisfazione,
           buon Dio!, l’affare dello scarabeo, ritornerete a casa e
           seguirete esattamente il mio parere come se fosse quello
           del vostro medico?
              — Sí, lo prometto; e ora andiamo perché non abbia-

           mo tempo da perdere.
              Accompagnai il mio amico col cuore grosso. Ci met-
           temmo in cammino alle quattro, Legrand, Jupiter, il
           cane e io. Jupiter prese falce e vanghe; insistendo a vo-
           lerle portare lui piú pel timore, mi parve, di lasciare
           qualcuno di quegli istrumenti nelle mani del suo padro-
           ne, che per eccesso di zelo e di compiacenza. Era di un
           umore infernale, e le parole «dannato scarabeo!» furono
           le sole che gli uscirono dalle labbra lungo la strada. Da
           parte mia io portavo due lanterne cieche, mentre Le-
           grand si era contentato del solo scarabeo che portava at-
           taccato all’estremità di un pezzo di spago facendolo gi-
           rare intorno a sé con un’aria di magia. Quando osservai
           quest’ultimo, evidente sintomo dell’aberrazione mentale


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