Page 16 - Lo scarabeo d'oro
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di esitazione, mi preparai ad accompagnare il negro.
              Giunti che fummo al molo, vidi una falce e tre van-
           ghe, nuove in apparenza, sul fondo della barca nella
           quale stavamo per imbarcarci.
              — E questo che vuol dire, Jup? — chiesi.
              — Sono una falce, massa, e tre vanghe.
              — Verissimo; ma che ci stanno a fare?
              — Son la falce e le vanghe che massa Will ha voluto
           che gli comprassi in città; e quanti quattrini mi sono co-
           state!
              — Ma che cosa, in nome di Dio, vuol fare il tuo mas-
           sa Will di una falce e di tre vanghe?
              — Questo poi non lo so, e il diavolo mi porti se lo sa
           nemmen lui. Ma è tutto lo scarabeo...
              Vedendo che non c’era da ottener molta soddisfazione

           da Jupiter, il cui intelletto sembrava essere interamente
           assorbito dallo «scarabeo», scesi nella barca e alzammo
           la vela. Con un buon vento in favore, presto entrammo
           nella piccola baia a nord del forte Moultrie, e una cam-
           minata di un paio di miglia ci portò alla capanna. Erano
           circa le tre del pomeriggio quando arrivammo. Legrand
           ci aspettava con viva impazienza. Egli mi strinse la
           mano con un’ansia nervosa che mi fece impressione e
           rinvigorí i miei nascenti sospetti.
              Era pallido di un pallore spettrale e i suoi occhi infos-
           sati brillavano di una fiamma non naturale. Dopo qual-
           che domanda sulla salute, non trovando altro da dirgli,
           gli chiesi se il luogotenente G... gli avesse reso lo scara-
           beo.


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