Page 13 - Lo scarabeo d'oro
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— Cosa, Jupiter?
— Le cifre, sulla lavagna, le cifre piú strambe che io
abbia mai visto. Ve lo dico io: io comincio ad aver pau-
ra. Bisogna che non lo perda di vista un momento. L’al-
tro giorno m’è scappato prima dell’alba ed è rimasto
fuori tutto il giorno. Io avevo preparato un bel bastone
per dargli una lezioncina quando sarebbe tornato... ma
son tanto bestia che poi non ho avuto il cuore di darglie-
la: aveva tanto brutta cera.
— Come?... Ah... sí! Tutto considerato direi che sa-
rebbe meglio non far troppo il severo con quel povero
figliolo. Non bisogna bastonarlo, Jupiter, non potrebbe
sopportarlo; ma non hai un’idea di cosa sia stata l’origi-
ne di questa malattia, o piuttosto di questo mutamento di
condotta? È accaduto nulla di spiacevole da quando ci
siamo visti?
— No, massa, da allora in poi nulla; è di prima che
ho paura, fu il giorno che c’eravate voi.
— Cosa? Che vuoi dire?
— Ecco, massa, voglio dire lo scarabeo... ecco, ora
l’ho detto.
— Lo...?
— ... scarabeo. Io son proprio sicuro che massa Will è
stato morsicato in qualche posto nel capo da quello sca-
rabeo d’oro.
— E cos’è, Jupiter, che ti fa supporre...
— Le pinze non gli mancano, né la bocca. Non ho
mai visto un insetto cosí dannato: urta, morsica tutto
quel che gli viene vicino. Massa Will l’ha preso per il
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