Page 10 - Lo scarabeo d'oro
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morto: somiglia piú a un teschio che a qualsiasi altra
           cosa che mi sia mai capitato di osservare.
              — Un teschio! — ripeté Legrand. — Ah, sí, sulla car-
           ta c’è una certa somiglianza, senza dubbio. Le due mac-
           chie nere superiori, gli occhi, eh?, e quella piú lunga,
           sotto, la bocca; e la forma dell’insieme è ovale.
              — Può darsi, — risposi io — ma temo, Legrand, che
           non siate un artista. Bisognerà che aspetti di vedere l’in-
           setto stesso per farmene una vera idea.
              — Come volete, — rispose lui, un po’ seccato — ep-
           pure io so disegnare, o almeno dovrei saper disegnare:
           ho avuto buoni maestri e mi lusingo di non essere asso-
           lutamente un idiota.
              — Ma allora, caro mio, voi volete scherzare — sog-
           giunsi. — Come teschio è passabile, anzi direi che è un

           teschio eccellente, secondo le nozioni che si hanno vol-
           garmente su questi esempi di fisiologia, e il vostro sca-
           rabeo deve essere il piú strano scarabeo del mondo se
           gli somiglia. Anzi, ci si potrebbe fabbricar sopra la sua
           brava superstizione; raccapricciante addirittura. Suppon-
           go che gli metterete nome scarabaeus caput hominis, o
           qualche cosa di simile: nelle Storie Naturali si trovano
           molti nomi del genere. Ma dove sono le antenne di cui
           mi avete parlato?
              — Le antenne! — fece Legrand, che prendeva a ri-
           scaldarsi su quel soggetto in modo irragionevole. — Bi-
           sogna bene che vediate le antenne. Le ho fatte tali e qua-
           li sono nell’originale, mi pare che basti.
              — Va bene, — dissi io — mettiamo pure che le ab-


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