Page 5 - Lo scarabeo d'oro
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«Ma guarda, ma guarda! Quel ra-
                                          gazzo ha la pazzia di ballare!
                                          È stato morsicato dalla Tarantola.
                                                        Tutto al contrario.»







           Molti anni or sono mi legai di stretta amicizia con un
           tale William Legrand. Egli apparteneva a un’antica fa-
           miglia ugonotta e una volta era stato ricco; ma una serie
           di disgrazie l’aveva ridotto in miseria. Per sfuggirne la
           mortificazione, decise di abbandonare New Orleans, cit-
           tà dei suoi avi, e si trasferí nell’isola di Sullivan, presso
           Charleston, nella Carolina meridionale.
              Quest’isola è molto singolare. Consiste di poco altro
           che sabbia marina, e ha circa tre miglia di lunghezza. In
           larghezza non misura mai piú di un quarto di miglio. È
           separata dalla terraferma da una gora appena visibile
           che filtra attraverso una macchia fangosa di canne, ritro-
           vo   favorito   della   gallina   acquatica.   La   vegetazione,
           come è facile supporre, vi cresce misera e nana. Non vi
           si vedono alberi che possano dirsi propriamente tali.
           Verso   l’estremità   occidentale,   dove   si   trova   il   forte
           Moultrie e qualche miserabile casuccia di legno, abitata,
           l’estate, da gente che sfugge le febbri e la polvere di



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