Page 21 - Lo scarabeo d'oro
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La piattaforma naturale sulla quale eravamo saliti era
           coperta di folti cespugli attraverso i quali ci accorgem-
           mo ben presto che, senza l’aiuto della falce, non avrem-
           mo potuto aprirci un passaggio; e Jupiter, dietro ordine
           del suo padrone, cominciò a tracciare un sentiero fino al
           piede di un gigantesco tulipifero che, insieme a otto o
           dieci querci, si alzava sul ripiano sorpassando di molto
           le querci, come qualunque altro albero che io avessi mai
           veduto, per la bellezza delle sue forme e del suo foglia-
           me, per l’imponente sviluppo de’ suoi rami e per la mae-
           stà dell’aspetto. Arrivati a quell’albero, Legrand si voltò
           verso Jupiter e gli domandò se credeva di potercisi ar-
           rampicare. Il vecchio parve piuttosto stupito dalla do-
           manda e rimase qualche momento senza rispondere. Fi-
           nalmente si accostò al gran tronco, ne fece lentamente il

           giro e l’esaminò con minuziosa attenzione. Terminato il
           suo esame, disse soltanto:
              — Sí, massa; Jup si arrampica su qualunque albero di
           questo mondo.
              — Allora, sali, piú presto che puoi; tra poco sarà trop-
           po scuro per poterci vedere.
              — Fino a dove bisogna salire, massa? — domandò.
              — Va’ prima sul tronco, poi ti dirò io da che parte ti
           devi voltare... Ah! fermati! prendi con te lo scarabeo.
              — Lo scarabeo, massa Will... lo scarabeo d’oro! —
           gridò il negro — su per l’albero? Che il diavolo mi porti
           se lo prendo!...
              — Se tu hai paura, Jup, un negro grande e grosso
           come te, se hai paura di toccare un piccolo insetto morto


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