Page 25 - Lo scarabeo d'oro
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— Briccone infernale! — fece Legrand che parve
           molto sollevato — che sciocchezze son queste? Se lasci
           cader l’insetto bada che ti torco il collo. Hai inteso, Ju-
           piter?
              — Sí, massa, ma non vale la pena di trattare in questo
           modo un povero negro.
              — Ebbene, ora ascolta: se ti spingerai su quel ramo
           piú lontano che potrai senza pericolo e senza lasciar lo
           scarabeo, appena sarai disceso ti regalerò un dollaro
           d’argento.
              — Vado, vado, massa Will, eccomi, — rispose solle-
           citamente il negro — son quasi alla fine.
              — Alla fine? — urlò, quasi, Legrand — hai detto che
           sei alla fine del ramo?
              — Ci sono quasi, massa, O-o-o-oh! Signore Iddio mi-

           sericordia! Che cos’è questo sull’albero?
              — Ebbene, — gridò Legrand al colmo della gioia —
           che c’è?
              — Eh! non è altro che un teschio, qualcuno ha lascia-
           to la sua testa sull’albero, e i corvi ne hanno mangiata
           tutta la carne.
              — Un teschio, tu dici?... benissimo!... come è attacca-
           to al ramo?... Cos’è che lo regge?
              — Sicuro, massa; ora guardo. Ah, parola d’onore,
           questa è curiosa; c’è un chiodo, un gran chiodo che lo
           tiene fermo all’albero.
              — Dunque, ora, Jupiter, fa’ esattamente quel che ti
           dico: hai capito?
              — Sí, massa.


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