Page 30 - Lo scarabeo d'oro
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arnesi e cadde in ginocchio.
              — Scellerato! — gridò Legrand, fischiando le sillabe
           fra i denti — negro dell’inferno, parla, ti dico! Rispondi
           subito e sta’ bene attento a non sbagliare! Qual è il tuo
           occhio sinistro?
              — Ah! misericordia! massa Will! Questo è il mio oc-
           chio sinistro di certo! — urlò terrorizzato Jupiter, po-
           nendosi la mano sull’occhio destro e tenendovela ferma
           con l’ostinatezza della disperazione, come in timore che
           il suo padrone glielo volesse strappare.
              — Me lo immaginavo! lo sapevo bene! evviva! — si
           mise a urlare Legrand lasciando libero il negro e abban-
           donandosi a una serie di sgambetti e di capriole, con
           grande stupore del suo domestico il quale, rialzatosi in
           piedi, senza una parola, girava lo sguardo dal suo padro-

           ne a me, e da me al suo padrone.
              — Andiamo, bisogna tornare indietro, — fece questi
           — la partita non è perduta. — E ci ricondusse verso il
           tulipifero.
              — Vieni qui, Jupiter! — disse quando giunse ai piedi
           dell’albero. — Il teschio inchiodato al ramo, stava con
           la faccia rivolta in fuori o verso il ramo?
              — La faccia era rivolta in fuori, massa, cosí che i cor-
           vi potevano beccare gli occhi senza difficoltà.
              — Dunque, è da quest’occhio o da quest’altro che hai
           fatto passare lo scarabeo? — e Legrand, cosí dicendo,
           toccò alternativamente gli occhi di Jupiter.
              — Da questo qui, massa, l’occhio sinistro, proprio
           come mi dite — ed era l’occhio destro che il negro dice-


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