Page 27 - Lo scarabeo d'oro
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rebbe caduto ai nostri piedi. Legrand prese immediata-
mente la falce e si mise a liberare dai cespugli uno spa-
zio circolare di tre o quattro metri di diametro, proprio
sotto all’insetto appeso: poi, quando ebbe terminato, or-
dinò al negro di lasciare andare lo spago e di scendere
dall’albero.
Con scrupolosa diligenza, il mio amico conficcò un
piolo nel punto preciso dove lo scarabeo era caduto e si
trasse quindi di tasca una misura a nastro. Ne fissò un’e-
stremità al collo dell’albero dalla parte piú vicina al pio-
lo, la srotolò sino a raggiungere quest’ultimo e poi anco-
ra nella direzione già stabilita da questi due punti – il
tronco e il piolo – per un cinquanta piedi, nel mentre Ju-
piter seguitava con la falce a pulire il terreno dai cespu-
gli. Nel punto cosí raggiunto venne piantato un secondo
piolo, intorno al quale fu descritto grossolanamente un
circolo di circa quattro piedi di diametro.
Legrand prese allora una vanga, e dandone una a Ju-
piter e un’altra a me, ci pregò di metterci a scavare di
tutta lena.
A dire il vero, io non ho mai trovato gran gusto in tale
esercizio, e in quel momento ne avrei fatto molto volen-
tieri a meno, perché la notte avanzava ed ero già stanco
della fatica durata fin allora; ma non vedevo via d’usci-
ta, e temevo di turbare con un rifiuto la calma del mio
povero amico. Avessi potuto contare sull’aiuto di Jupi-
ter, non avrei esitato a tentar di ricondurre con la forza
quel pazzo a casa sua; ma conoscevo troppo bene il ca-
rattere del vecchio negro per poter contare su di lui se,
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