Page 18 - Il pozzo e il pendolo
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Il percorso del pendolo si era accresciuto di quasi una
yarda. Di natural conseguenza ne veniva che la sua ve-
locità era molto aumentata. Ma rimasi soprattutto turba-
to dall’impressione che mi fece di essere disceso sensi-
bilmente. Osservai – con qual terrore è inutile dire – che
la sua estremità inferiore era costituita da una lama, una
falce d’acciaio lucente, della lunghezza di circa un piede
da corno a corno con le punte rivolte all’insù, e il taglio
inferiore evidentemente affilato come un rasoio. E come
un rasoio appariva massiccio e pesante, allargantesi dal
filo in una struttura ampia e solida. Era appeso a una
grossa verga di ottone, e il tutto fischiava oscillando nel-
l’aria.
Non potevo più aver nessun dubbio sul destino prepa-
ratomi dalla ingegnosità monacale, così esperta di tortu-
re. Gli agenti della Inquisizione si erano accorti della
mia scoperta del pozzo – il pozzo, gli orrori del quale
erano stati riservati a un eretico temerario come me, – il
pozzo immagine dell’inferno e considerato dall’opinione
come l’ultima Thule di tutti i loro castighi. Per il più
fortunato dei casi, io avevo evitato il salto fatale, e sape-
vo che l’arte di far del supplizio un agguato e una sor-
presa, costituiva un ramo importante di tutto quel fanta-
stico sistema di esecuzioni segrete. Essendo venuta
meno la mia caduta nell’abisso, non rientrava nel piano
demoniaco di precipitarmici con la forza; e, non essen-
doci altra alternativa, una morte diversa e più mite mi
aspettava. Più mite! Sorrisi, quasi, nella mia agonia,
pensando a tale applicazione di una simile espressione.
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