Page 24 - Una discesa nel Maelstrom
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a poppa. Non fu difficile compiere questa manovra,
perché la barca volava in giro con moto uguale e dritta
sul suo scafo, ondeggiando solamente in qua e in là per
le immense curve e pei ribollimenti del turbine. Ma mi
ero appena assicurato nella nuova posizione che demmo
una scossa violenta da tribordo e sprofondammo a picco
nel vortice. Mormorai una frettolosa preghiera a Dio,
pensando che tutto fosse finito.
Nella nausea che mi prese durante la discesa
istintivamente mi aggrappai con più forza al barile e
chiusi gli occhi. Per alcuni secondi non ebbi il coraggio
di riaprirli. Mi aspettavo una fine istantanea e mi
stupivo di non sentirmi ancora travolto in mortale lotta
con l’acqua. I secondi passavano e io ero sempre vivo.
La sensazione della caduta era passata; e il movimento
della barca somigliava a quello di quando ci trovavamo
presi nella cintura di schiuma, con la differenza che ora
sbandavamo di meno. Ripresi cuore, e un’altra volta,
spalancai gli occhi sullo spettacolo.
Non potrò mai dimenticare il senso di spavento e
d’ammirazione che provai guardandomi intorno. Il
battello pareva sospeso come per incanto a mezzo della
discesa sulla superficie interna di un imbuto di
circonferenza molto vasta e di una profondità prodigiosa
le cui pareti perfettamente liscie avrebbero potuto esser
prese per ebano, se non fosse stata l’abbagliante rapidità
con la quale giravano su se stesse, e il sinistro fulgore
che, per riflesso, mandavano sotto i raggi della luna
piena, i quali dall’apertura circolare fra le nuvole che ho
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