Page 26 - Una discesa nel Maelstrom
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descriverlo. La nostra prima scivolata nell’abisso, a
partire dalla cintura di spuma, ci aveva portati a grande
distanza sulla china, ma in seguito la nostra discesa non
avvenne affatto nella stessa proporzione. Correvamo
sempre in giro, non con un moto uniforme, ma a balzi e
a scosse vertiginose, che ora ci proiettavano innanzi
solo di qualche centinaio di yarde, e ora ci facevano fare
quasi l’intero giro del vortice. Ogni giro ci avvicinava al
fondo lentamente, però in modo sensibilissimo.
Guardandomi intorno sulla vasta superficie del deserto
d’ebano che ci portava, mi accorsi che la nostra barca
non era il solo oggetto caduto nell’abbraccio del vortice.
Tanto al di sopra quanto al di sotto di noi si vedevano
avanzi di navi, grossi ammassi di legname da
costruzione, tronchi di alberi e molti altri oggetti più
piccoli, come frammenti di mobili, casse rotte, botti,
barili. Ho già descritto la straordinaria curiosità che
aveva sostituito in me il primo terrore. Questa curiosità
sembrava aumentare di mano in mano che mi
avvicinavo al mio spaventoso destino. Mi misi allora a
osservare con uno strano interesse i numerosi oggetti
che galleggiavano con noi. Certamente dovevo essere in
delirio, poiché trovavo persino divertimento nel
calcolare la velocità relativa della loro discesa verso il
fondo schiumoso.
“Quell’abete” mi sorpresi una volta a dire “sarà certo
il primo a fare il tuffo tremendo e scomparirà”; e fui
molto contrariato nel vedere che i resti di una nave
mercantile olandese lo avevano raggiunto e sparivano
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