Page 27 - Una discesa nel Maelstrom
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per primi. Varie volte mi proposi congetture di questo
genere e sempre mi sbagliai, per cui la constatazione del
mio invariabile errore mi spinse alla fine in un altro
ordine d’idee, che fecero di nuovo tremare le mie
membra e batter forte il mio cuore.
Non era un nuovo terrore che così mi assaliva, ma
l’alba ben più commovente di una speranza. Questa
speranza derivava in parte dalla memoria, in parte dalla
osservazione presente. Mi venne alla mente la gran
varietà di rottami rigettati dal Moskoe-Strom sulla costa
di Lofoden. Questi oggetti erano per la maggior parte
scheggiati nel modo più straordinario, rosi e graffiati
così da sembrare guarniti di punte. Ma io ricordavo
distintamente di averne visto alcuni quasi intatti. Ora io
non sapevo rendermi ragione della differenza, se non
supponendo che i frammenti scheggiati fossero i soli ad
essere stati inghiottiti dal vortice sino al fondo laddove
gli altri, forse per essere arrivati a marea già avanzata, o
per qualche altra ragione, erano discesi così lentamente
da non raggiungere il fondo prima del ritorno del flusso
o del riflusso, secondo il caso. Era possibile, pensai, che
in ogni caso fossero risaliti alla superficie dell’oceano,
senza patire la sorte di quelli che erano stati attratti
prima o inghiottiti più rapidamente.
Feci anche tre osservazioni importanti: la prima, che
di regola generale, quanto più grossi erano i corpi, tanto
più rapida era la loro discesa; la seconda che, di due
corpi di uguale grandezza, l’uno sferico e l’altro di
qualsiasi altra forma, lo sferico acquistava superiore
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