Page 28 - Una discesa nel Maelstrom
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velocità nella discesa; la terza che di due corpi di uguale
           grandezza, l’uno cilindrico e l’altro di qualsiasi altra
           forma, era inghiottito più lentamente il cilindrico. In
           seguito   allo   scampato   pericolo,   ho   avuto   varie
           conversazioni   in   proposito   con   un   vecchio   maestro
           elementare del posto, e da lui ho imparato l’uso delle
           parole “cilindro” e “sfera”. Egli mi spiegò – ma ho
           dimenticato   la   spiegazione   –   che   quanto   io   avevo
           osservato era la conseguenza naturale della forma dei
           rottami galleggianti, e mi mostrò come avviene che un
           cilindro girante in un vortice offre maggior resistenza a
           essere succhiato e viene attratto con difficoltà maggiore
           di un corpo di qualsiasi altra forma, seppure di uguale
           grandezza.  1
              Vi era poi una circostanza stupefacente che aiutava

           molto a rafforzare queste osservazioni e mi rendeva
           sempre più ansioso di sfruttarle; era che a ogni giro
           sorpassavamo un barile, o un pennone o un albero di
           nave, mentre buona parte dei corpi che si trovavano al
           nostro livello quando avevo gettato gli occhi per la
           prima volta sulle meraviglie del vortice, galleggiavano
           adesso assai al disopra di noi e sembrava non si fossero
           mossi che di poco dalla loro primitiva posizione.
              Non esitai più. Sapevo quello che mi restava da fare,
           e cioè legarmi saldamente alla botticella cui mi tenevo
           aggrappato, tagliare la corda che tratteneva questa alla
           gabbia, e gettarmi nelle onde. A segni attirai l’attenzione


              1 Vedi Archimede, De incidentibus in Fluido, lib 2.


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