Page 21 - Una discesa nel Maelstrom
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miglio circa dritto davanti a noi; ma era meno simile al
Moskoe-Strom di tutti i giorni, di quanto il vortice che
voi vedete adesso non assomigli al risucchio di un
mulino. Se non avessi saputo dove eravamo e quello che
ci aspettava, non avrei riconosciuto affatto il luogo.
Dall’orrore chiusi involontariamente gli occhi. Le
palpebre mi si serrarono come per uno spasimo.
Non potevano esser passati due minuti che sentimmo
di un tratto calmarsi le onde e fummo avvolti dalla
schiuma. Il battello voltò bruscamente a babordo e partì
nella nuova direzione come un fulmine. Nel medesimo
tempo il ruggito dell’acqua fu soverchiato da un acuto
stridio, un suono quale potrebbe venire emesso dalle
valvole di migliaia di vaporiere aperte tutte al medesimo
istante. Ci trovavamo allora nella cerchia di marosi che
turbina sempre attorno al vortice, e io credevo,
naturalmente, di sparire da un momento all’altro
nell’abisso, che non si poteva vedere distintamente a
causa della velocità prodigiosa dalla quale eravamo
portati.
Il battello non pareva solcare l’acqua, ma solo
rasentarla come una bolla d’aria alla superficie
dell’onda. Avevamo il vortice a tribordo, e a babordo si
ergeva come un’immane muraglia turbinante l’immenso
mare dal quale uscivamo. Può sembrarvi strano, eppure,
ora che eravamo proprio nella gola dell’abisso, mi
sentivo più tranquillo di quando la stavamo
avvicinando. Essendomi ormai risoluto a lasciare ogni
speranza, mi ero liberato di tutto l’orrore che mi aveva
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