Page 16 - Una discesa nel Maelstrom
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verità.
Fu tre anni fa all’incirca che avvenne quanto sto per
raccontarvi. Era il 10 luglio 18..., giorno che non sarà
certo dimenticato dagli abitanti di questi paraggi, poiché
quella sera si scatenò il più terribile uragano che sia mai
venuto giù dal cielo. Tutta la mattina e anzi sino a tardi
nel pomeriggio avevamo avuto una brezza propizia e
costante da sud-ovest, con un sole magnifico così che il
più vecchio lupo di mare non avrebbe potuto prevedere
quello che doveva succedere.
Alle due dopo mezzogiorno tutti e tre, io e i miei due
fratelli, entravamo fra le isole e ci trovammo in poco
tempo a riempiere la barca di bellissimo pesce che,
come osservammo tutti, abbondava quel giorno in modo
eccezionale.
Al mio orologio erano le sette precise, quando
levammo l’ancora per far ritorno a casa, calcolando di
passare il punto più pericoloso dello Strom nel tempo
della tregua, che sapevamo avvenire verso le otto.
Partimmo con una buona brezza a tribordo, e filammo
velocemente per qualche tempo, senza la minima idea
del pericolo; realmente non ci appariva nessuna causa di
timore. Tutto a un tratto fummo colpiti da una raffica
che veniva da Helseggen. Questo era molto insolito, –
una cosa che non ci era mai accaduta – e io cominciai a
sentirmi un po’ inquieto senza capacitarmi bene di che.
Poggiammo al vento, ma non ci riuscì di fendere il
risucchio; ero sul punto di proporre di tornare
all’ancoraggio, quando, voltandoci indietro, vedemmo
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