Page 19 - Una discesa nel Maelstrom
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poteva salvare.
              Voi avrete capito che, nel traversare il canale dello
           Strom,   noi   tenevamo   una   rotta   abbastanza   lontana
           dall’altezza del vortice, anche nella calma più perfetta;
           avevamo cura inoltre di aspettare e di sorvegliare la
           tregua della marea; ma ora correvamo dritti sull’abisso
           nel mezzo di un simile uragano!
              Certamente, pensai, arriveremo lì proprio al momento
           della bonaccia; ci resta dunque un filo di speranza; ma il
           momento dopo imprecai contro me stesso d’essere così
           sciocco da  sognare  una speranza  qualunque. Sapevo
           bene che la nostra fine era inevitabile, fossimo anche
           stati a bordo di un vascello dieci volte più grosso di uno
           da novanta cannoni.
              A questo punto la prima furia della tempesta si era

           calmata, o forse la sentivamo meno avendola alle spalle;
           in ogni modo però il mare, che prima era stato dominato
           dal vento ed era basso e schiumoso, si alzava ora in vere
           montagne.   Anche   in   cielo   avveniva   un   mutamento
           singolare; in tutte le direzioni intorno a noi era ancora
           nero come la pece; ma sulle nostre teste apparve a un
           tratto un’apertura circolare di cielo limpido – limpido
           come non mai, di un bell’azzurro lucente – e attraverso
           a quell’apertura si vide risplendere la luna piena con un
           bagliore   che   io   non   le   avevo   mai   conosciuto.   Essa
           rischiarava distintamente ogni cosa d’intorno a noi. Ma,
           Dio mio, quale orribile scena rischiarava!
              Mi provai una o due volte a parlare a mio fratello;
           ma, non sapevo spiegarmi come, il frastuono era tanto


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