Page 15 - Una discesa nel Maelstrom
P. 15
all’ancoraggio per causa della bonaccia, veramente
rarissima da queste parti; un’altra volta dovemmo
rimanerci quasi per una settimana, mezzo morti dalla
fame, a cagione di un uragano che si mise a soffiare
poco dopo il nostro arrivo, rendendo il canale troppo
tempestoso per osare di avventurarsi ad attraversarlo. In
questa occasione, malgrado ogni sforzo, saremmo stati
spinti al largo (poiché le ondate ci sbatacchiavano con
tanta violenza che l’ancora aveva lasciata presa e
strascicava) se non fossimo andati alla deriva in una
delle tante correnti che oggi ci sono e domani no, e che
ci trasportò a sotto vento di Flimen, dove
fortunatamente potemmo dar fondo.
Non potrei narrarvi la ventesima parte dei rischi che
corremmo per quelle pesche – son brutti paraggi anche
quando fa buon tempo –, ma si riusciva sempre a sfidare
il Moskoe-Strom senza accidenti; per quanto alle volte
si stesse col cuore in sospeso se ci accadeva di
anticipare o di ritardare un minuto sulla tregua. Capitava
anche che il vento non risultasse, poi, così forte come ci
era parso alla partenza, e allora si faceva meno strada di
quella che avremmo voluto, mentre la corrente rendeva
difficile la manovra. Mio fratello maggiore aveva un
figlio di diciotto anni, e anch’io avevo due robusti
giovinotti, che in quei momenti ci sarebbero stati di
grande aiuto a remare e dopo, a pescare, ma chissà, per
quanto si corresse il rischio noi stessi, non ci reggeva il
cuore d’esporre al pericolo i giovani, poiché, tutto
considerato, era un tremendo pericolo, e questa è la
15