Page 35 - I delitti della rue Morgue
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L’inglese la crede la voce di un tedesco, ma «non capi-
sce il tedesco». Lo spagnolo «è sicuro» che era quella di
un inglese, ma «giudica dall’intonazione» soltanto, poi-
ché «non ha nessuna conoscenza dell’inglese». L’italia-
no, la crede la voce di un russo, ma «non ha mai parlato
con un russo». Un altro francese, contrariamente a quel-
lo che ha detto il primo, è sicuro che la voce fosse d’un
italiano, ma «non conoscendo quella lingua» egli, come
lo spagnolo, trae la sua certezza «dall’intonazione».
Come dunque doveva essere singolarmente insolita
quella voce per poter dare origine a testimonianze di tal
genere, nella cui intonazione persino i soggetti delle cin-
que grandi nazioni dell’Europa non avevano potuto ri-
conoscere nulla che fosse loro familiare! Direte che po-
teva essere la voce di un asiatico o d’un africano. Né gli
asiatici né gli africani abbondano a Parigi, ma senza ne-
gare la possibilità del caso, io richiamerò semplicemente
la vostra attenzione su tre punti. Un teste dice che la
voce era «piuttosto aspra che acuta». Due altri dicono
che era «rapida e a scatti». Non parole, non suoni che
somigliassero a parole, sono stati distinti da alcuno dei
testimoni.
«Non so» continuò Dupin «che impressione io abbia
potuto fare sinora sulla vostra intelligenza; ma non esito
ad affermare che anche da questa parte delle deposizioni
(la parte cioè relativa alle due voci, la grossa e l’acuta)
si possano trarre legittime deduzioni sufficienti in loro
stesse a generare un sospetto che indichi la via da segui-
re nelle investigazioni di questo mistero. Ho detto: “de-
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