Page 40 - I delitti della rue Morgue
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si la molla, alzai lievemente di qualche pollice il telaio;
la testa del chiodo venne su col telaio senza uscire dal
suo buco. Richiusi la finestra e il chiodo riprese di nuo-
vo l’aspetto di un chiodo intero.
«Sino a questo punto l’enimma era risolto. L’assassi-
no era scappato dalla finestra che si apriva sul letto. La
finestra, ricadendo, dopo la fuga, da sé (o forse richiusa
apposta) era rimasta fissata dalla molla; l’azione della
molla era stata presa dalla polizia per quella del chiodo;
appunto per questo ogni ulteriore indagine era stata giu-
dicata superflua.
«E ora si trattava di sapere in che modo poteva essere
avvenuta la discesa. Su questo punto mi ero già persua-
so durante il nostro giro di ispezione intorno allo stabile.
A circa cinque piedi e mezzo dalla finestra in parola,
passa una corda da parafulmine. Da questa corda sareb-
be stato impossibile a chiunque di raggiungere la fine-
stra ed a piú forte ragione entrare nella camera. Osservai
però che le persiane del quarto piano erano di quel gene-
re speciale che i falegnami parigini chiamano ferrades,
una specie poco in uso al giorno d’oggi, ma che si trova-
no di frequente nelle vecchie case di Lione e di Bor-
deaux. Son fatte come una porta comune (a un solo bat-
tente, non a doppio) con la differenza che hanno la parte
inferiore forata, o a griglia, in modo da dare alle mani
una buonissima presa. Nel nostro caso queste persiane
hanno piú di tre piedi e mezzo di larghezza. Quando le
abbiamo viste dal dietro della casa, erano ambedue
aperte a metà; vale a dire facevano un angolo retto col
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