Page 42 - I delitti della rue Morgue
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specie di agilità che era necessaria per compierla.
              «Servendovi della lingua giudiziaria, voi direte senza
           dubbio che per fornire la mia prova  a fortiori  dovrei
           piuttosto svalutare l’energia che è stata necessaria in
           questo caso, che sopravvalutarla. Questa potrà essere la
           pratica dei tribunali ma non è l’uso della ragione. Il mio
           oggetto finale è solamente la verità. Il mio scopo imme-
           diato è di spingervi a riavvicinare questa straordinaria
           energia a quella singolarissima voce, acuta (o aspra) a
           scatti, sulla cui nazionalità neanche due dei testimoni
           sono riusciti ad andare d’accordo e nella cui enunciazio-
           ne non è stato possibile affermare il menomo segno di
           sillabazione.»
              A queste parole una vaga informe idea del concetto di
           Dupin mi attraversò la mente. Mi pareva di essere sul

           punto di capire senza però avere la forza di capire; come
           avviene a volte di trovarsi sul punto di ricordarsi senza
           però poter arrivare a ricordarsi. Il mio amico andò avan-
           ti con la sua esposizione.
              – Avete veduto – disse – come io abbia trasportato il
           problema dal modo di uscita a quello d’ingresso. Era
           mia intenzione riuscire a dare l’idea che l’una e l’altra
           sono avvenute nella stessa maniera e per la stessa via.
           Torniamo ora nell’interno della stanza. Esaminiamo le
           apparenze qui. I tiretti del cassettone, dicono, sono stati
           saccheggiati, benché vi si siano trovati parecchi capi di
           vestiario. Questa conclusione è assurda. Non è che una
           congettura, molto sciocca, niente di piú. Come possiamo
           sapere che gli oggetti trovati nei tiretti non costituivano


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