Page 47 - I delitti della rue Morgue
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– Vedete – egli continuò spiegando il foglio sul tavo-
lino davanti a noi – come questo disegno dia l’idea d’un
pugno solido e fermo. Non c’è segno che le dita abbiano
scivolato. Ognuna di esse forse fino al momento della
morte della vittima ha mantenuto la terribile presa dove
si era fissata dapprima. Provate ora a mettere tutte le
dita, nello stesso tempo, sulle impronte che vedete.
Provai ma inutilmente.
– Può darsi che non si sia fatto la cosa come si do-
vrebbe – riprese Dupin. – La carta è distesa su una su-
perficie piana; mentre la gola umana è cilindrica. Ecco
un pezzo di legno della grossezza approssimativa di un
collo umano. Avvolgetegli intorno il disegno e ricomin-
ciate la prova.
Obbedii, ma la difficoltà era piú evidente di prima.
– Questo – dissi – non è un segno di mano umana.
– Ora – rispose Dupin – leggete questo passo di Cu-
vier.
Era la descrizione minuziosa, anatomica e generale
del grande Orang-utang fulvo delle isole dell’India
orientale. Tutti conoscono la statura gigantesca, la forza
e l’agilità prodigiose, la ferocia selvaggia e le facoltà
imitative di questi animali mammiferi. Di un tratto mi fu
rivelato tutto l’orrore dell’assassinio.
– La descrizione delle dita – dissi appena finito di
leggere – si accorda perfettamente col vostro disegno.
Vedo bene che nessun altro animale, all’infuori d’un
Orang-utang di questa specie, avrebbe potuto imprimere
dei segni come quelli che avete tracciato. Anche questo
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