Page 48 - I delitti della rue Morgue
P. 48
ciuffo di pelo fulvo è di carattere identico a quello della
bestia di Cuvier. Ma non so rendermi conto dei partico-
lari di questo spaventoso mistero. E poi, furono udite
due voci, una delle quali apparteneva senza dubbio a un
francese.
– È vero: e vi ricorderete di un’espressione attribuita
all’unanimità o quasi dalle testimonianze a questa voce
l’espressione «mon Dieu». Queste parole, nelle nostre
circostanze, sono state giustamente caratterizzate da uno
dei testimoni (il confettiere Montani) come esprimenti
un rimprovero, una rimostranza. È su queste due parole,
perciò, che io ho fondato la mia speranza di sciogliere
completamente l’enimma. Un francese era a conoscenza
del delitto. È possibile – anzi è piú che probabile – che
egli sia innocente di qualsiasi partecipazione nella san-
guinosa faccenda. L’Orang-utang può essergli scappato.
Può darsi che ne abbia seguito le tracce fino a quella ca-
mera; ma nell’agitazione che seguí, era impossibile che
lo potesse riprendere. L’animale è ancora libero. Non se-
guirò ora queste congetture – non ho il diritto di chia-
marle altrimenti – poiché le ombre di riflessione, che
servono loro di base, sono appena sufficienti per farle ri-
levare dalla mia ragione, e non potrei pretendere di ren-
derle intelligibili alla ragione altrui. Chiamiamole dun-
que congetture e consideriamole per tali. Se dunque,
come suppongo, il francese in parola è veramente inno-
cente di questa atrocità, l’annunzio che, ieri sera, quan-
do tornavamo a casa, lasciai negli uffici del giornale Le
Monde (foglio consacrato agli interessi marittimi e mol-
48