Page 46 - I delitti della rue Morgue
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immaginazione?»
Sentii un fremito corrermi per le ossa, nel mentre Du-
pin mi poneva quella domanda.
– È un pazzo – risposi – che ha commesso il delitto...
un pazzo furioso che è scappato da qualche Maison de
santé vicina.
– Da qualche punto di vista – rispose Dupin – la vo-
stra idea non è da disprezzarsi; ma la voce dei pazzi, an-
che nei momenti del parossismo piú acuto, non può es-
sere mai del genere singolare di quella che venne udita
sulle scale. I pazzi appartengono a qualche nazione, e il
loro linguaggio, per quanto incoerente possa essere nelle
parole, è pur sempre un linguaggio sillabico. Inoltre, i
capelli di un pazzo non sono come quelli che ho in
mano io in questo momento. Guardate! Ho tolto questo
ciuffo dalle dita irrigidite e contratte di Madame L’Espa-
naye. Ditemi ora voi che cosa ne pensate...
– Dupin!... – esclamai tutto stravolto – questi capelli
sono davvero straordinari: questi non sono capelli uma-
ni!
– Non ho mai detto che lo fossero, – rispose Dupin –
ma, prima di decidere questo punto, desidero che diate
una occhiata al piccolo disegno che ho abbozzato su
questo foglio. È un fac-simile di quanto alcune deposi-
zioni hanno definito come «lividori nerastri e profondi
segni d’unghia» sul collo di Mademoiselle L’Espanaye,
e altre (quelle dei dottori Dumas e Etienne) come «una
serie di macchie livide evidentemente cagionate dalla
pressione delle dita».
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