Page 48 - Odi e Inni
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alla mia fronte!



                         Tu devi, o lauro, cingere l’esangue
                         fronte dei morti! E nella nebbia pigra

                         alle tue bacche del color di sangue,
                         venga chi migra,



                         tordo, frosone, zigolo muciatto,
                         presso la casa ove né suona il tardo

                         passo del vecchio. E vengavi d’appiatto
                         l’uomo lombardo,



                         e del tuo duro legno, alla sua guisa
                         foggi cucchiari e mestole; il cucchiare

                         con cui la mamma imbocca il bimbo, assisa
                         sul limitare.








                                                    L’EDERELLA





                         Prima che pur la primula, che i crochi,
                         che le viole mammole, fiorisci

                         tu, qua e là, veronica, coi pochi
                         petali lisci.



                         Su le covette, sotto l’olmo e il pioppo,
                         vai serpeggiando, e sfoggi la tua veste

                         povera sì, sbiadita sì, ma, troppo,
                         vedi, celeste.



                         Per ogni luogo prodighi, per ogni
                         tempo, te stessa, e chiami a te leggiera

                         ogni passante per la via, che sogni
                         la primavera.



                         Ti guarda e passa. Tu non sei viola!
                         Di sempre sei! Non hai virtù che piaccia!

                         La gente passa, e tutti una parola


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