Page 128 - Odi e Inni
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delle ninfe e dell’api, ove le ninfe
tessean notturne su’ telai di pietra,
mentre pendean tra l’anfore e i crateri,
grappoli, con ronzii sùbiti, d’api.
E i longi-remi marinai Feaci
salian la nave; indi a gli scalmi in fila
sedean, tornando all’isola felice:
nel tacito crepuscolo cantando
battean co’ remi il violaceo mare;
e dalla spiaggia lontanava il canto
tra l’alternare delle larghe ondate.
Cantavano...
CORO O gran mare, che là gemi
su la spiaggia che tu baci,
che qui piangi sotto i remi
de’ Feaci;
op oòp... op oòp...
dorme... venne di lontano;
dorme... è stanco; dorme... è vecchio;
piano cantagli all’orecchio,
piano piano
muovi la sua culla...
Tu che piangi là soave
su chi giunge alla sua terra,
che qui dondoli la nave
di chi erra;
op oòp... op oòp...
non gli dir col tuo frastuono
che già fuma un casolare:
buono è il sonno, o insonne mare!
buono! buono!
dolce come il nulla.
Non gli dire, eterno mare,
ch’egli è giunto...
op oòp...
... di lontano
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