Page 64 - Nuovi poemetti
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E il contadino e il boscaiol selvaggio
e donne e bimbi nella solitaria
capanna, udian la storia del passaggio
a quella luna, per il mar dell'aria.
III
Scrollò la testa, il vecchio, e disse: «Fole!
L'uomo non vola, o garrula ghiandaia,
come gli uccelli e come le parole!
L'acqua ci può. Sul fiume va l'alzaia,
non già per aria. L'aria è aria; nulla.
Ma l'acqua è cosa, quando pur traspaia.
Fole da dire sotto una betulla,
d'estate, a sera...» Ed ella disse: «Allora
le nuvole?...» E il brodiag: «Ecco, fanciulla!
Terra e lombrichi vede chi lavora
le terra. C'è nel mondo altro, che il grano!
Il sole cade; e l'uomo fa l'aurora!
Uno bisbiglia; e l'ode uno lontano
le mille miglia! I carri vanno a torma,
da sé, con un fragore d'uragano!
E c'è chi vola senza lasciar l'orma.
Sì! Sì... come la nuvola che batte
nella luna, e si ragna e si deforma...»
Le sue parole in un chiaror di latte
passavano, nel loro alitar su.
Come nuvole presto fatte e sfatte
le rimirava l'umile tribù.
CANTO SECONDO
Com'è la luna
Scórsero i giorni, anche le notti; e il vento
soffiò più forte, e si levò la luna
più tardi, e il fuoco morto e il lume spento
s'era più presto: un'altra notte, e una
pallida nebbia errò su padri e figli
non sazi. Ma la madre era digiuna.
Destò la luna i languidi sbadigli
degli altri: a lei si rifletté su gli occhi
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