Page 67 - Nuovi poemetti
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A pini e cerri i pionieri estremi
davan la scure per la lor capanna
e i nuovi aratri, e per la nave e i remi.
Quella, in un poggio, il tetto avea di canna
fiorita ancora. Questa, umida ancora,
nereggiava sotto alte iridi, in panna.
Ma tristi gli emigranti erano! Allora
uno di tronchi costruì l'altare.
E saliva un soave inno, all'aurora,
dallo scosceso Caucaso lunare.
II
Due, la fanciulla e il giovane che amava,
ecco non più si videro. Interrotte
n'erano l'orme a un tondo orlo di lava.
Vicino al Lago, essi, dei Sogni, in grotte
azzurre, orlate d'ellera e vilucchio,
vivean felici. V'era anche la notte,
presso quel Lago! Era lor letto un mucchio
d'alghe e di felci; e li addormiva il vago
sogno dell'acque e il fievole risucchio.
Presso il Lago dei Sogni, c'era il Lago
dei Morti; e niuno ardìa venirci. Alfine
erano soli. Il loro cuor fu pago.
E i morti? Ebbene, anime pellegrine
anch'esse, anch'esse giunte là dal lido
terrestre, buone e tacite vicine...
non s'udiva che un loro esile strido
di notte, come già sotto le gronde
a notte buia il pigolìo d'un nido:
lo strido, ch'uno chiama uno risponde,
allor che spunta dalle cime, ed erra
nel cielo azzurro, e tremola sull'onde
azzurre, come un grande astro, la Terra.
III
Tutti felici! V'era solo Dio
lassù. Poneano nel lor campo un sasso,
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