Page 62 - Nuovi poemetti
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il pane dell'umanità, che cuoce
                                            in mezzo a tutti, sopra l'ara, e intorno
                                            poi si partisce in forma della croce:

                                            il pane della libertà, che il forno
                                            sdegna venale; cui partisci, o padre,
                                            tu, nelle più soavi ore del giorno:

                                            ognuno in cerchio mangia le sue quadre;
                                            più, i più grandi, e assai forse nessuno;
                                            o forse n'ebbe più che assai la madre,

                                            cui n'avanza da darne un po' per uno.

                                                            VII

                                            Azimo santo e povero dei mesti
                                            agricoltori, il pane del passaggio
                                            tu sei, che s'accompagna all'erbe agresti;

                                            il pane, che, verrà tempo e nel raggio
                                            del cielo, sulla terra alma, gli umani
                                            lavoreranno nel calendimaggio.

                                            Ché porranno quel dì su gli altipiani
                                            le tende, e nel comune attendamento
                                            l'arte ognun ciberà delle sue mani.

                                            Ecco il gran fuoco, che s'accende al vento
                                            di primavera. Ma in disparte, gravi,
                                            sulla palma le bianche onde del mento,
                                            parlano i vecchi di non so che schiavi
                                            d'altri e di sé: ma sembrano parole
                                            sepolte, dei lontani avi degli avi.

                                            Guardano poi la prole della prole
                                            seder concorde, e, con le donne loro
                                            e i loro figli, in terra sotto il sole,

                                            frangere in pace il pane del lavoro.



                                             GLI EMIGRANTI NELLA LUNA

                                                       CANTO PRIMO
                                                     Il brodiag e lo studente


                                                              I

                                            Mancava ormai la legna e l'acquavite.
                                            Non venne il sonno e ritornò la fame.
                                            Disse un brodiag ai contadini: «Udite?»


                                            Si lisciava la gran barba di rame


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