Page 69 - Nuovi poemetti
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Ed ecco che rimbombò lungo un tuono
allegro, apparve in fondo al cielo un fioco
raggio di sole, un suo sorriso buono.
E su la terra non restò per poco
che un luminoso sgocciolìo sonoro;
e poi, tra i cirri e i cumoli di fuoco,
un filo, un'unghia, era una falce d'oro!
II
Scórsero i giorni; ella cresceva: ed ecco
l'un dopo l'altro scesero a trovare
la lor capanna e la lor nave in secco.
L'erba cresceva sopra il limitare.
Lungo il lido la nave intarmoliva.
Là sui monti funghito era l'altare.
Chi stava in monte, ora scendeva in riva
del mare. Chi vivea presso lo stagno,
ora cercava una sorgente viva.
E ciascuno s'urtava al suo compagno.
Taciti, prima; e quindi alcuno disse:
Va, mosca! e l'altro ribatté: Va, ragno!
Al Mare Dolce s'accendean le risse
stridule, acute. V'accorrean dai monti,
l'ascie nei tronchi abbandonando infisse,
gli uomini, calmi e gravi in viso, e pronti,
nel cuore, a tutto. Uno dicea sereno
il viso: «O donna, mancheranno fonti!
Prendi l'orciuolo e va per acqua al Seno
della Rugiada!» Era sparita intanto
la luna; e folgorava egli un baleno
d'odio a colui che gli tremava accanto.
III
E malcontenti erravano già tutti
lassù, notturni, nell'odor del sole
che apriva i fiori e maturava i frutti.
E questi invece si mettea per gole
nere di monti, e quegli ambiva rade,
nei grandi mari, inesplorate e sole.
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